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[[File:Ordine - Ianward.jpg|thumb|492x492px]]
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Nano, possiede il [[Cristalli|cristallo]] della [[Cristallo della terra|terra]]
|Box title = Zeruel Tabris
 
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'''<u>Lingue note</u>:''' Nanico, comune, draconico
   
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Incontrato nei sotterranei delle miniere lungo la strada per [[Nashkel]] dopo che la carovana venne assalita dai giganti.
==Dati salienti==
 
   
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Prima citato in alcune note presenti lungo il percorso nelle miniere, trovate su dei cadaveri, poi incontrato di persona.
   
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Aiutò gli avventurieri a fuggire, mostrando in questo modo i poteri, e arrivò con loro nella camera degli [[Xamaranchuul]] e oltre, dai draghi prigionieri.
   
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Prese anche lui un osso di drago e una delle sfera dai bozzoli.
Zeruel Tabris è un mercenario che
 
   
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Ad [[Asbravn]] incontrò [[Aeon Stark]] che lo convinse(costrinse)a seguirlo
   
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Dall'[[Atto V]]:
   
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''"'''[Ianward]''' '''si voltò di scatto e sfruttando chissà quale potere eresse un muro di roccia a chiudere la galleria'''.''
   
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[...]
   
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'''''Ianward era il suo nome, un nano a metà tra il simpatico e l'odioso.''' ''
   
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[...]
   
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'''''Ianward sembrava come "sentire" il percorso corretto appoggiando la mano sulla parete del cunicolo'''. Liquidò la cosa con la scusa di tecniche speciali naniche, che gli avventurieri (specialmente Elros) non si bevvero minimamente, erano più che certi che costui possedeva un cristallo.''
   
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[...]
   
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''Lo stile delle decorazioni non aveva nulla in comune con nessuna razza vista in precedenza, linee smussate come ricordavano tatuaggi tribali di una qualche tribù barbara. '''Come Ianward si avvicinò ulteriormente i disegni sulla porta si illuminarono e questa si amprì da sola con un rumore tipo sibilo.''' "''
 
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[[Categoria:PNG]]
 
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[[Categoria:Le pietre del sangue]]
 
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==='''<span style="font-size:18.0pt;font-family:"Lucida Blackletter"">Historia</span>'''===
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> Il mio nome è Zeruel Tabris, e non c’è molto da dire sul mio passato. </span></p>
 
[[File:Zeru.jpg|thumb|Zeruel Tabris, guerriero mercenario]]
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Sono un mercenario errante, ho prestato servizio alle corti di diversi signorotti di tutta Eutharya.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Sono istrigale ma la mia infanzia l’ho trascorsa con mia madre, Frejialise, ad Ormcray, nelle Dorn. Non mi parlò mai molto di mio padre, non me lo descrisse ma voleva che seguissi le sue orme e mi fece arruolare tra i templari della città. </span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Partecipai a qualche crociata minore. Thirus, il templare in comando non amava la mia presenza poiché non ero guidato dalla fede in Maugris, ma la mia presenza sul campo di battaglia risaltava tra gli altri cadetti per tecnica e determinazione.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Cercò spesso negli anni trascorsi alla sua guida di cambiare la mia linea di pensiero ma non vi fu mai nulla da fare. </span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">All’età di diciassette anni parlai con Thirus, era ora di smettere di cercare di inseguire una strada che non era mia. Combattere per la fede non era la mia strada.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Il nobile Ama’kir comprese che era tempo di accettare la mia scelta. Ritornai alla dimora che ci era stata donata dall’accademia; quando arrivammo ad Ormcray, io e mia madre non avevamo nulla e fu grazie alla bontà di Thirus che potemmo trovare un luogo dove vivere.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Dissi a mia madre che sarei partito per un lungo viaggio e che avrei cercato di migliorare la nostra condizione economica offrendo i miei servigi ai signorotti delle terre circostanti. Partii, ma non trovai che lavori alla giornata, nessuno voleva impegnarsi ad assumere stabilmente un mercenario. Infine trovai lavoro nella mia terra natale a Forte Ferlid, dove potei insegnare a giovani cadetti l’arte della guerra. Non era la retribuzione sognavo ma mi permise di acquistare una casa per mia madre, che ritornò nella nostra terra natia.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Passarono così alcuni anni. Infine, privato di qualsiasi stimolo di miglioramento, decisi di lasciare l’accademia istrgale e di dirigermi verso terre lontane. Mi misi in viaggio nonostante le raccomandazioni di mia madre, che temeva che scoprendo il mio corpo in pubblicosi potesse notare la mia malattia.</span></p>
 
 
<p class="MsoNoSpacing"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">[[File:Meg.jpg|thumb|Megwin Freyalise]]</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Venni assunto da Opish, un mercante che aveva un discreto giro d’affari per l’Eutarya. Era un impiego sicuro che mi permetteva di avere abbastanza tempo per dedicarmi anche altre attività.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Si è vero, mi ero allontanato da un impiego noioso per trovamene un altro, ma anche se non volevo ammetterlo a me stesso, Megwin ne era la motivazione. Era una bellissima mezz’elfa dai capelli biondi, esile e sempre pronta ad aiutare il padre nello svolgimento del lavoro. Era ingenua, ma niente affatto stupida, era divertente, solare, curiosa… non era come le ragazze della sua età sempre pronte a mettersi in mostra alle fiere di paese o la sera nelle taverne, e non giudicava le persone dall’aspetto o dal ceto sociale a cui appartenevano, era semplicemente meravigliosa.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""><span style="mso-spacerun:yes"> </span>Era un umido tramonto di Lauji, il carro procedeva lentamente sul limitare della Drus di Awle; mentre il mio destriero procedeva a passo, il mio sguardo era perso su Megwin, e forse proprio per questo non mi accorsi in tempo della banda di <span style="color:red">(-razza o predoni/banditi-) </span>che ci aveva teso un agguato. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Avvenne tutto molto rapidamente, la prima salva di frecce trafisse a morte Llenora, la moglie di Opish. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Immediatamente spronai il mio destriero, decapitando sul colpo l’assalitore più vicino a me e cercando di raggiungere Megwin e Opish, dall’altra parte del carro. Quest’ultimo aveva estratto la sua spada, gridando dal dolore e affrontò i due nemici che si erano avvicinati a loro. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Ne affrontai un secondo. In breve ebbi la meglio, ma non ebbi nemmeno il tempo di girarmi che il mio cavallo, colpito da diverse frecce, crollò al suolo.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Rimasi un attimo stordito ma riuscii, più per istinto che per lucidità, ad accorgermi di un grosso <span style="color:red">(-razza o predoni/banditi -)</span> che stava per calare la sua ascia con una forza tremenda che mi avrebbe sicuramente ucciso sul colpo. Con un colpo di reni riuscii ad evitare il fendente; non del tutto, comunque, visto che la mia armatura venne quasi completamente divelta.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Il colpo era stato davvero forte. Tossendo sangue riuscii a rotolare ad una certa distanza da questo nuovo nemico, ma a questo punto, due urla mi scossero. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Il primo grido apparteneva ad Opish, che era rimasto privo di un braccio e aveva una lancia conficcata nello stomaco, ma il secondo… il secondo grido era puro terrore; era il mio nome, ed era proferito dalla mia Megwin, mentre veniva accerchiata dai due assassini del padre. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Non so spiegare esattamente cosa successe dopo, so solo che gridai anche io, ma non era dolore o terrore, era pura e semplice furia, la vista della mia amata in si grave pericolo aveva scatenato una rabbia che non avevo mai provato prima d’ allora.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Mi scrollai di dosso quel che rimaneva della mia armatura, impugnai la mia spada e mi scagliai contro il nemico più vicino; notai che ebbe un attimo di sbigottimento, ma non m’importava. In ogni caso lui si riprese rapidamente, e si preparò nuovamente a colpirmi con la sua pesante ascia. La mia spada non mi era mai sembrata così leggera, deviai l’ascia e mi portai in una posizione favorevole, non mi ero mai sentito tanto rapido e forte; con un calcio lo colpii all’altezza del ginocchio, sentii rompersi le sue ossa, mentre si accasciava con un urlo disumano. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Tuttavia tentò ancora di colpirmi, ma fui più rapido. Con un unico colpo di spada recisi entrambe le sue mani all’altezza dei polsi, lasciandogli due arti amputati che versavano un sangue scuro, quasi nero. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Nemmeno me ne curai, con una gomitata lo colpii alla mascella, e con un rapido fendente, la sua testa rotolò nella polvere, a diversi metri rispetto al corpo.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Poi, con un unico, fluido movimento, raccolsi da terra un pugnale appartenuto ai nostri aggressori e lo scagliai contro l’arciere che era rimasto paralizzato a fissarmi ad una decina di metri da me, colpendolo in p</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">ieno petto.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Sentii di nuovo urlare il mio nome, questa volta era un grido più lungo, più straziante e terribile di ogni cosa che abbia mai udito. Megwin era stata rapidamente catturata e legata dai due <span style="color:red">(-razza o predoni/banditi -)</span> che aveva contro, e che ora l’avevano sollevata e stavano già scappando di gran carriera tra i boschi.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Nuovamente la furia mi pervase e mi lanciai all’inseguimento, dovev</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">o essere davvero uno spettacolo orribile, perché a Megwin, pur nella sua angoscia, morì il fiato in gola e mi fissò con una faccia atterrita, improvvisamente credo che mi temesse più che dei suoi stessi rapitori.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> [[File:Zf.jpg|thumb|Zeruel senza elmo]]</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Capii il motivo di tale comportamento quando con la coda dell’occhio vidi il mio riflesso su di una grossa pozzanghera presente sul sentiero. La malattia per cui mia madre si era raccomandata di coprire il mio corpo, le era stata rivelata.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">I raggi del sole cominciarono a evidenziare dei riflessi dorati sulla mia pelle, l’acqua mi fece da specchio e vidi i miei occhi scintillare di una luce sovrannaturale.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Il mio scatto</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter""> fu prodigioso, in pochi metri avevo dimezzato la distanza tra me ed i rapito</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">ri</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">, quando improvvisamente un dolore a</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">cuto mi colpii all’altezza della spalla destra, e barcollai per poi cadere sull’asfalto con un sordo grugnito. </span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Con un grosso sforzo cercai di sollevarmi, mi voltai, e vidi l’arciere che avevo colpito</span><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">, col petto che versava ancora copiosamente sangue, cadere finalmente nella polvere, con il suo arco ancora in mano.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Colpirmi a quella distanza ed in quelle condizioni… niente da dire, davvero un gran tiro.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Con un enorme sforzo cercai di rimettermi in piedi, mentre con la mano sinistra strappavo la freccia dalla mia schiena. Ancora tentai di correre, ma le grida di Megwin si fecero più ovattate, la vista mi si annebbiò e barcollando caddi nuovamente sul sentiero, maledicendo Skirredol per non essere più forte.</span></p>
 
 
<p class="MsoNormal"><span style="font-family:"Lucida Blackletter"">Non so dire quanto tempo passò dall’accaduto a quando mi svegliai, mi medicai alla meglio con la merce rimasta sul carro, indossai un’armatura strappata ad un cadavere, raccolsi da terra quante più armi potessi e mi misi in cammino, cercando di rintracciare la strada percorsa dai due superstiti della banda di <span style="color:red">(-razza o predoni/banditi -)</span>.</span></p>
 
 
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Versione attuale delle 08:24, 2 gen 2023

Ordine - Ianward

Nano, possiede il cristallo della terra

Lingue note: Nanico, comune, draconico

Incontrato nei sotterranei delle miniere lungo la strada per Nashkel dopo che la carovana venne assalita dai giganti.

Prima citato in alcune note presenti lungo il percorso nelle miniere, trovate su dei cadaveri, poi incontrato di persona.

Aiutò gli avventurieri a fuggire, mostrando in questo modo i poteri, e arrivò con loro nella camera degli Xamaranchuul e oltre, dai draghi prigionieri.

Prese anche lui un osso di drago e una delle sfera dai bozzoli.

Ad Asbravn incontrò Aeon Stark che lo convinse(costrinse)a seguirlo

Dall'Atto V:

"[Ianward] si voltò di scatto e sfruttando chissà quale potere eresse un muro di roccia a chiudere la galleria.

[...]

Ianward era il suo nome, un nano a metà tra il simpatico e l'odioso.

[...]

Ianward sembrava come "sentire" il percorso corretto appoggiando la mano sulla parete del cunicolo. Liquidò la cosa con la scusa di tecniche speciali naniche, che gli avventurieri (specialmente Elros) non si bevvero minimamente, erano più che certi che costui possedeva un cristallo.

[...]

Lo stile delle decorazioni non aveva nulla in comune con nessuna razza vista in precedenza, linee smussate come ricordavano tatuaggi tribali di una qualche tribù barbara. Come Ianward si avvicinò ulteriormente i disegni sulla porta si illuminarono e questa si amprì da sola con un rumore tipo sibilo. "